Scarlattina: che cos’è, i sintomi e come curarla

da | Giu 20, 2023

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Cos’è la scarlattina e come si cura

La scarlattina è una malattia esantematica di origine batterica, provocata dallo streptococco beta-emolitico di gruppo A (Streptococcus pyogenes). 

Si tratta di un’infezione piuttosto comune nei più piccoli ma può presentarsi anche negli adulti. La fascia di età più a rischio è quella tra i 5 ai 15 anni; in genere, non colpisce i bambini al di sotto dei due anni.

Teoricamente può recidivare poiché è provocata da una famiglia di batteri con molti ceppi ma si tratta di un’eventualità rara.

L’infezione da Streptococcus pyogenes solitamente interessa la faringe, per cui si parla di faringite streptococcica di gruppo A

La scarlattina, che si presenta in circa il dieci per cento dei casi, è l’eruzione cutanea provocata dall’infezione batterica in corso.

Lo streptococco piogene produce la tossina pirogenica che, entrando in circolo, causa febbre ed esantema, un’eruzione cutanea di colore rosso scarlatto appunto.

Essendo una patologia fortemente contagiosa, i malati dovrebbero essere mantenuti quanto più in isolamento, così da evitare il diffondersi dell’epidemia. 

Per la scarlattina non esistono vaccini ma può essere curata efficacemente con l’uso dell’antibiotico specifico

Accanto alla cura antibiotica è necessario associare i probiotici per preservare il benessere della flora batterica intestinale e stimolare il sistema immunitario.

Durante la malattia, è essenziale bere molto per evitare la disidratazione. 

Inoltre, il paziente affetto da scarlattina va mantenuto al riposo in modo che possa reagire al meglio alla malattia.

Come si capisce se si ha la scarlattina: sintomi

Febbre alta, mal di gola, rash cutaneo: questi sono i sintomi caratteristici della scarlattina che ha un andamento progressivo e varia col passare dei giorni.

Nelle prime fasi, lo streptococco beta emolitico di gruppo A può dare faringite, temperatura fino a 39-40 gradi, mal di testa, disturbi allo stomaco, vomito, mancanza di appetito. La patologia provoca anche l’ingrossamento dei linfonodi del collo

Successivamente al mal di gola, compare il rash cutaneo, prima sul viso e poi sul corpo (collo, torace, braccia e gambe, inguine, interno coscia). L’esantema risulta particolarmente evidente e acceso sulle guance.

Il rash cutaneo può durare una settimana, in seguito alla quale, la pelle tende a desquamarsi. La desquamazione interessa in particolare le mani e i piedi.

Per distinguere la scarlattina da altre malattie esantematiche bisogna far caso all’aspetto delle bolle: la pelle risulta ruvida e, premendo un dito su qualunque area arrossata, questa diventa chiara.

Chiaramente, l’ultima parola spetta al medico che, dopo una visita, può diagnosticare con correttezza la scarlattina. 

Come si può prendere la scarlattina e dove

Come abbiamo detto, la scarlattina è provocata da un batterio che si trasmette solitamente da una persona malata a una persona sana, per via aerea. 

Il veicolo principale, quindi, sono le gocce di saliva, con cui si può entrare in contatto parlando, attraverso la tosse o gli starnuti.

C’è da dire che lo streptococco rimane anche sulle superfici; per cui si può contrarre la scarlattina anche toccando superfici e oggetti contaminati (giochi, libri, piatti, posate, alimenti, asciugamani). Per questo motivo, bisogna lavare spesso le mani ed evitare la condivisioni di oggetti e posate.

La trasmissione dello streptococco è favorita dal fatto che non sempre provoca sintomi evidenti, ossia un portatore sano può trasmettere il batterio senza nemmeno rendersene conto. Inoltre, non tutti reagiscono nello stesso modo al batterio: alcune persone sviluppano la scarlattina mentre altre non hanno nessun tipo di esantema.   

Conseguenze della scarlattina

La scarlattina è una malattia che richiede un trattamento attento poiché la tossina pirogenica può essere tossica per l’organismo.  

Innanzitutto, se non curato adeguatamente, il paziente affetto da streptococco può essere contagioso per diverse settimane (si parla di circa 21 giorni) anche se non presenta sintomi. Ciò significa che può continuare ad infettare altre persone pur sentendosi bene.

Inoltre, per poter decidere come curare la scarlattina è necessario avere un quadro esaustivo e sapere quali sono gli effetti della scarlattina. Ecco le diverse complicanze che potrebbero sopraggiungere a causa dello streptococco non curato:

  • febbre reumatica
  • otite
  • sinusite
  • problemi ai reni e sangue nelle urine (glomerulonefrite acuta post-infettiva)
  • ascessi peritonsillari e retrofaringei
  • polmonite
  • infiammazioni articolari
  • infiammazione della pelle

I rischi maggiori, tuttavia, sono legati alle conseguenze cardiache della scarlattina, in particolare lo streptococco può provocare l’endocardite.

La maggior parte di queste complicanze possono essere prevenute mediante il trattamento con antibiotici.

Quando finisce la scarlattina e quando non è più contagiosa

L’esantema dovuto allo streptococco beta-emolitico di gruppo A dura circa una settimana. La desquamazione successiva che interessa mani e piedi, invece, dura più a lungo. La guarigione completa si ha dopo circa venti giorni dall’inizio dei sintomi e della terapia ma le tempistiche sono molto soggettive.

Per quanto riguarda la trasmissione, chi contrae lo streptococco è contagioso fin da subito e comunque durante tutta l’incubazione, che va dalle 48 alle 96 ore. La scarlattina, allo stesso modo, può essere trasmessa agli altri anche durante l’incubazione, ossia tra i due e i cinque giorni da quando si entra in contatto con il batterio.

Come curare la scarlattina

Il trattamento di prima linea per la scarlattina è quello antibiotico. I più consigliati per lo streptococco nei bambini sono i farmaci a base di amoxicillina e claritromicina.

Dopo due giorni dall’inizio dell’antibiotico (24-48 ore), il paziente non è più contagioso e può ritornare alla vita sociale (scuola, lavoro, attività sportiva). Tuttavia è necessario terminare tutto il ciclo di antibiotici – di solito la cura dura dieci giorni –  per debellare completamente il batterio. Solo portando avanti la cura si evita il rischio di complicazioni.

Inoltre, grazie agli antibiotici si alleviano i fastidi dovuti alla patologia e si accelera il decorso.

La terapia antibiotica per lo streptococco può essere particolarmente aggressiva per l’organismo, soprattutto per la sua durata. L’antibiotico infatti uccide indistintamente sia i batteri cattivi, ma anche quelli buoni che vivono nell’intestino.

Per questo motivo è sempre consigliabile associarla ad una corretta integrazione di probiotici, prebiotici, vitamine e sali minerali.

Gli antibiotici, infatti, sebbene siano fondamentali in questi casi, vanno a debilitare la flora batterica intestinale, provocando disbiosi, diarrea, abbassamento delle difese immunitarie e stanchezza. 

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